Il fiume: rigenerazione e libertà
Oggi ho colto l’occasione di un bel sabato pomeriggio di sole e libertà. Finalmente non ero di corsa e ho potuto dedicarmi alla mia Anima. Sono mesi, in realtà dalla fine dell’estate, che sento dentro il richiamo della natura, ma gli impegni e l’inverno mi avevano fatto desistere. Non potete immaginare la gioia interiore al poter assecondare questo mio bisogno! Inizialmente volevo andare in montagna, perdermi nel silenzio di un bosco camminando da solo, magari andando a visitare uno dei luoghi sacri che amo di più, ma poi ho desistito per vari motivi. Non potevo però rinunciare ad assecondare la mia chiamata. Ho quindi deciso di andare al fiume, qui al Secchia, sopra a Sassuolo a si e no 10 minuti da casa. C’è un bellissimo percorso che costeggia il fiume, il quale non sono abituato a frequentare… e, in effetti, mi son dato un po’ dello stupido. A volte pensiamo che per fare ciò che ci piace si debba andare lontanto, beh… di solito non è così. Ovviamente, a differenza di un bosco in montagna, il sentiero di oggi era frequentato, ma ho avuto comunque occasione di appartarmi e compiere le mie ritualità.
In un primo momento mi sono goduto la passeggiata, osservando cosa il Secchia avesse da offrire. Mi sono guardato intorno e ho goduto, comunque, di ciò che cercavo: i nostri fratelli alberi. Era davvero bello osservare la natura risvegliarsi alla vita. E’ stato bello connettersi, mentre camminavo, a tutte le piante che avevo in torno. Anche se non mi sono concesso un contatto diretto con una di esse, mi è piaciuto davvero molto entrare a far parte della rete di connessioni energetiche che le sostiene e attraverso cui si relazionano. E’ stato davvero rigenerante. Anche il fiume era bello, in questo periodo è ancora possente, rigonfio di acqua e esuberante nei suoi movimenti. E devo dire che è stato un valore aggiunto. Ho deciso che era un’occasione da non perdere per offrire un piccolissimo despacho agli spiriti del fiume, ai Naga e a Mamma Acqua.
Così lungo la passeggiata sono andato alla ricerca di 3 foglie che potessero rappresentare il mio Kintu (n.d.r.: il kintu nella tradizione andina è un insieme di 3 foglie sacre che rappresentano i 3 poteri dell’uomo offerti nel despacho) per poi creare il mio rituale in riva al fiume.
Mi sono seduto, centrato e ho fatto le mie pratiche energetiche preparatorie. La Maika (il mio cane) non è stata molto collaborativa, voleva in continuazione entrare in acqua! Ho poi chiamato e ringraziato gli spiriti del fiume, i Naga e Madre Acqua, ho cantato a loro e poi ho offerto il mio piccolo despacho. Infine mi sono seduto nuovamente concentrandomi sulla relazione energetica col fiume. E’ stato molto bello, avevo il sole che mi scaldava il viso, mentre il fiume cantava con me. Quando ho terminato tutto i miei occhi si sono posati su una bellissima pietra. Credo fosse un messaggio divino di perfezione, tutto si è concluso.
Credo che sfrutterò più spesso la vicinanza col Secchia per mantenere accesa la connessione con la natura, in attesa di tornare in montagna.
Voglio condividere con voi un’ultima riflessione legata al fiume. Camminando ho incontrato paesaggi naturali molto diversi, nelle zone più vicine al fiume erano più spettrali, gli alberi sembravano morti, molti divelti, mentre quando il sentiero si spostava di qualche metro la vegetazione era appunto rigogliosa. Per un attimo mentre camminavo vicino al fiume ho pensato: “sei venuto qua per rigenerarti ma gli alberi sono morti!”. Il fiume, l’acqua, sono un’energia essenziale alla vita, ma così come danno la vita possono toglierla. Il confine è sottile, privo di una connotazione etica, è semplicemente la vita. Credo che questo possa essere un bello spunto di riflessione.
Vi saluto col cuore più vivo e la frase di un cartello che ho incontrato oggi: