Riflessioni sulle Tradizioni

Riguardo alle tradizioni, un mio maestro ha posto delle domande su cui ho riflettuto e voglio condividere la mia risposta ed esperienza.

iniziazioni tradizioniSenza considerare iniziazioni più strettamente moderne e collegate alle pratiche di guarigione, o a quelle religiose ricevute nell’infanzia, posso dire di averne ricevute alcune, secondo tradizioni differenti. Le prime le ho ricevute in un ordine iniziatico giudaico -cristiano, quindi connesse alla nostra tradizione. Successivamente, in questi ultimi anni, ho ricevuto diverse iniziazioni ed insegnamenti, in ambito sciamanico, relative alla tradizione nepalese e andina.

Come conseguenza a tali iniziazioni non mi pare di aver avuto problemi fisici. Sono stati momenti molto intensi, emotivamente, ecco… l’unica cosa che ricordo è tanta stanchezza e frastornamento nei momenti successivi e per qualche giorno. Il conflitto più grande è stato, invece, interno… con la mia mente.  Questo è perdurato fino a qualche mese fa e non è detto che non ritorni.
La sua origine è una sorta di dissociazione culturale: da una parte so di essere italiano e che la cultura spirituale autoctona si basa, oggi, sul cristianesimo, dall’altra mi sento a casa, a mio agio negli insegnamenti orientali.

La Tradizione d’Oriente

suonando il tamburoRelazionarmi con Ganesh, Durga o Mahakala per me è naturale, non forzato od obbligato. Anche l’utilizzazione di oggetti rituali tipici di questa tradizione mi è molto più naturale. Potendo scegliere (per esempio in un rituale) di utilizzare un coltello o un purba, amo molto di più il purba.  Allo stesso modo preferisco usare un tamburo, anziché  una padella di rame.

Ma dentro di me nasce un conflitto perché sento che vorrei penetrare totalmente la cultura nepalese/indiana, ma non mi sembra possibile. Contemporaneamente, a complicare la situazione, subentra la tradizione andina dei Q’eros. Anche in questo caso amo tantissimo alcune loro pratiche, come quella dei despacho per fare un esempio… o l’utilizzo della misha quale oggetto rituale e spazio sacro. In questo caso è più semplice, perché li sento pratiche integrative, che non “accolgo” completamente, ma integrate, appunto, nel resto del mio percorso.

Da questa è derivata ancora più confusione.

La ragnatela

la ragnatela dell'acchiappasogniMi sentivo come su una ragnatela. Tre fili davanti a me si intrecciavano, portando in 3 direzioni diverse. Uno verso la tradizione nepalese, un altro a quella andina e il terzo a quella cristiana.
Quest’ultima, però, non mi piace. Mi lascia una sensazione di gabbia, forse a causa dei costrutti mentali con cui siamo cresciuti. E’ vero che in italia esiste anche qualcosa di più antico, di più sciamanico, ma è molto più difficile da contattare perché non più vivo se non nei libri di storia… Ma anche questo, in realtà, non mi coinvolge totalmente. Potevo vedere fin dove si estendevano i 3 fili, ma, volendoli percorrere per arrivarvi in fondo, mi sentivo bloccato. Non era possibile muoversi oltre un certo confine.

 Leggendo un libro sulla magia dei tempi antichi, Greci, Romani, etc. ho capito una cosa: le culture si mescolano, si integrano e si modificano. Forse, visto che già lo facevano i romani, è connaturata nel nostro DNA la capacità di fondere insieme più culture.

Ho iniziato a muovermi in integrazione, con un movimento a spirale e non più rettilineo. In questo modo il movimento si è ampliato e il conflitto interno è diminuito.

L’integrazione tra le tradizioni

mishaSe prima mi dicevo “Il purba o la misha sono oggetti lontani da te, non li puoi usare. Devi usare oggetti della tua cultura”. Ora non mi preoccupo più. Invece di pensare, faccio… agisco!

Allora se ne sento il bisogno uso il purba o la misha. Per fare un’offerta compongo un despacho andino. Se nella misha ho oggetti orientali (raffigurazioni di Ganesh, un mala o altro), non me ne preoccupo… perché io sono così. Questo è il mio spazio sacro, quelli i miei oggetti di potere, o gli spiriti con cui comunico. Dov’è il problema?

Penso anche che ognuno di noi sia diverso e quindi reagisca in modi diversi. Ci possono essere persone che stanno male, altre che non sentono niente o che invece si sentono piene di energia. Persone che come me integrano, altre puriste… Persone che sono chiamate da certe culture, a volte non appartenenti a quella del loro territorio.

DurgaSe pensiamo agli Spiriti degli Antenati, forse è limitativo considerare solo quelli di questa vita. Siamo esseri adimensionali e atemporali. Ci incarniamo più volte su questo piano dell’esistenza e forse siamo frutto dell’insieme delle nostre esperienze. Forse è per questo che la mia vita mi ha portato a incontrare maestri nepalesi e andini. Forse sono connessioni che il mio spirito già aveva da tempo immemore e non semplici mode di passaggio.  Chissà…

Certo una domanda che mi pongo quotidianamente è come mai divinità che non conoscevo, come Durga, si sono manifestate a me. Io non le ho cercate, neanche le conoscevo…  ci sarà un perché?!

E voi, qual’è la vostra esperienza? A quali tradizioni fate riferimento e siete stati iniziati? Cosa ha comportato nelle vostre vite?

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