Hatun Karpay al Lago di Bolsena – 2° giorno
Hatun Karpay al Lago di Bolsena: Diario di bordo, 2° giorno.
Ed anche il secondo giorno di questa grande esperienza di integrazione tra cultura andina e autoctona volge al termine.
Oggi la giornata è stata molto meno pesante rispetto a ieri, ma non meno carica di emozioni.
Devo dire che la parte per me più importante è proprio la riconnessione col territorio, con le nostre antiche radici. Quello della tradizione andina è un ottimo strumento per poterlo fare. Spero di riuscirvi a trasmettere anche solo in piccola parte l’emozione che sto vivendo, momento dopo momento.
Lago di Bolsena
Il Lago di Bolsena è un lago vulcanico. La sua grandezza è davvero impressionante, quando ti trovi di fronte questa distesa azzurra, in un giorno come oggi, non riesci più a capire dove finisce il cielo. Giovanni Feo ci spiegava poi che è molto affascinante la sua visione aerea, perché si possono vedere i vari crateri sott’acqua.
In mezzo al lago esistono poi due isole rappresentanti l’aspetto maschile e femminile.
Il lago di Bolsena è il secondo più grande lago vulcanico al mondo (il primo in Europa) dopo il Lago Titicaca, col quale condivide anche la presenza di due isolotti, anche in questo caso solari e lunari, maschili e femminili.
Siamo arrivati sul lago da una altura che sovrasta il lago. Qui abbiamo trovato altri insediamenti rituali antichi: altari e una vasca in cui venivano svolti rituali di guarigione.
Siamo poi scesi a una colombaia da cui era possibile osservare il lago e le isole.
Il Rituale
In questo luogo abbiamo compiuto il rituale delle nozze sacre. In un primo momento abbiamo integrato il simile, ovvero gli uomini il maschile e le donne il femminile, lasciando andare l’opposto. Poi abbiamo integrato le due coppie di opposti e complementari. Molto interessante oggi è stato notare che questo gruppo è diverso da ciò che avviene normalmente: ovvero la percentuale di uomini è superiore rispetto a quella delle donne, che sono in netta minoranza. Questo ha permesso nella fusione degli opposti complementari di sperimentare il maschile che protegge il femminile, anziché il femminile che accoglie il maschile. Esperienza che ci ha permesso di uscire dagli schemi stereotipizzati.
Poi ci siamo connessi con le due energie archetipiche delle isole, assorbendone l’energia ed entrando in comunione con essa.
L’offerta del despacho
Una volta scesi a valle, in riva al lago, abbiamo continuato la nostra esperienza di iniziazione. Qui abbiamo offerto il despacho (creato nella prima giornata) al lago. Il lago, nella tradizione andina, è una porta di eccellenza per il Mondo di sotto. In realtà gli accessi al Mondo di sotto, in quasi tutte le tradizioni sciamaniche sono oceani, mari, laghi o varchi che portano dentro la terra: grotte, alberi cavi, etc.
Ci siamo riconnessi alle energie richiamate il giorno prima, poi attraverso il lago abbiamo richiamato sia il Re Inca, il Re Illuminato su cui si fonda tutta la tradizione incaica, che Tages che invece è la divinità bambina di riferimento etrusca, collegata al Mondo infero (inteso non come infernale, ma inferiore).
Abbiamo quindi offerto il despacho alle acque e continuato la nostra pratica personale.
Un aneddoto interessante che ci ha raccontato Giovanni Feo è legato alla profezia etrusca. Gli etruschi avevano previsto già diversi secoli prima, che dopo Tages, il dio bambino, tutto sarebbe finito e cambiato, con l’arrivo di un nuovo bambino divino. Quel bambino era Gesù, col cristianesimo, che effettivamente arrivò in un tempo relativamente preciso rispetto la profezia. Questo fa si che, in alcune raffigurazioni religiose, assieme ai profeti vengano rappresentate anche le Sibille etrusche che, in tempi non sospetti, previdero l’avvento del Cristo.
Il pomeriggio
Nel pomeriggio siamo andati in un luogo, un Poggio, di cui onestamente non mi ricordo più il nome. In questo luogo abbiamo visitato delle tombe etrusche. La struttura di queste tombe era molto interessante: apparivano come tre “capanne” scolpite nella roccia, con una piccola fessura comunicante.
In questo luogo abbiamo proceduto con l’attivazione di altri 2 centri energetici. Se ieri avevamo attivato i centro legati a Madre Acqua e Madre Terra, oggi pomeriggio abbiamo proceduto con quelli maschili: Padre Sole e Padre Vento, assorbendo da quei centri la loro stessa energia.
Successivamente devo ringraziare Giovanni perché, su una mia richiesta, ci ha esaudito in un fuori programma: ci ha portato in una via cava, sempre in quella zona.
La via cava
La via cava è qualcosa di estremamente emozionante, anche da un punto di vista ingegneristico. Innanzitutto le vie cave sono vie create in un periodo antecedente all’arrivo degli etruschi, da queste poi riprese. Queste vie sono canalizzazioni per l’acqua, acqua però che scorre sotterranea. L’acqua è vita, l’acqua è energia e questi canali ne racchiudono il flusso.
Dagli etruschi viene poi ripreso questo concetto e ampliato. Gli etruschi ne fanno un sentiero verso il mondo di sotto, dai canali di energia che servono a far fluire l’energia che servirà al defunto per arrivare in maniera semplice e più diretta nel Mondo di sotto. Ecco infatti che diverse tombe si trovano nella parte superiore delle vie cave, alimentate e connesse da questa energia.
Giovanni ci racconta: “Immaginate una fiaccolata notturna che si muove lungo la via cava per accompagnare il defunto, per poi aprirsi, alle prime luci del giorno, in uno spazio in cui festeggiare tra musica, banchetti, etc.”
Per me è stata un’emozione unica.
Un particolare.
Vi racconterò questo piccolo aneddoto che per me è stato molto interessante, ma che magari a voi dirà poco.
Giovanni ci raccontava dell’importanza del serpente anche nella cultura etrusca. Il serpente è un animale archetipico, conosciuto dalla notte dei tempi. E’ un animale sacro a Madre Terra, che si muove però nel Mondo di sotto, molto connesso all’acqua. Le caratteristiche del serpente non starò qui ad elencarle.
La cosa curiosa è che i sacerdoti etruschi spesso tenevano in mano dei serpenti che mostravano per es. ai romani, i quali per lungo tempo si lasciarono influenzare e spaventare.
Ho trovato questo racconto molto interessante in quanto, diversi anni fa, sognai una cosa simile. Io ero assieme a un gruppo di altre persone, in un periodo storico antico… ero una sorta di monaco guerriero e, ricordo, che in una situazione di pericolo, prendemmo in mano dei serpenti che, con un colpo di frusta, si trasformarono in spade.
Ho trovato questa cosa molto simile al racconto di Giovanni Feo, tanto da farmelo tornare alla mente. Curioso no?
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