Gli Antenati
Quello degli Antenati è un argomento molto importante a mio avviso.
Vi è una grande differenza tra le culture tribali o orientali e la nostra nel modo di relazionarsi con gli antenati.
Noi oggi abbiamo perso ogni forma di contatto coi nostri cari defunti, abbandonati (molto spesso) nei cimiteri, luoghi lontani e isolati dalla nostra vita, in una sorta di ospizio perenne.
Ho utilizzato la parola ospizio appositamente, perché il nostro rapporto con gli antenati, molto spesso, degenera mentre sono ancora in vita.
L’anziano
Se una volta l’anziano era il fulcro della famiglia, il vecchio saggio, capo famiglia a cui rivolgersi per un consiglio, per educare le generazioni più giovani, detentore dei segreti di una vita vissuta, oggi è abbandonato, molto spesso, a se stesso, dimenticato e percepito esclusivamente come un peso.
Si è perso il valore e rispetto per la saggezza, molto spesso ritenuta non più importante. La lentezza dell’anziano non è compatibile coi ritmi frenetici della nostra vita, ci porterebbe all’introspezione e all’ascolto, per cui viene molto spesso allontanato.
Ci mostra nel suo volto i lineamenti di una vita ormai alla fine, della morte che avanza e questo, probabilmente, ci fa paura e tendiamo ad allontanarlo.
In oriente, o nelle società tribali in genere, l’anziano ricopre ancora il suo ruolo fondamentale, ricoperto di amore e rispetto reverenziale.
Ma se ripudiamo il contatto coi nostri anziani, ci allontaniamo anche da chi siamo, dalla nostra storia, dalla memoria di chi siamo.
Gli Antenati
Mantenere un rapporto vivo con i propri Antenati significa comprendere, prima di tutto che la morte non è la fine, ma solo un nuovo inizio.
Onorare gli Antenati, non solo nelle feste comandate, ma ogni giorno della nostra vita, ci aiuta a ricordare chi siamo e a non perdere il contatto con le nostre radici da cui attingiamo il nostro potere.
Nello sciamanesimo gli Antenati sono sempre con noi, dietro di noi, per consigliarci e guidarci nel cammino. Molto spesso vi è un rappresentante (nel mio caso un nonno) di tutto il lignaggio. Egli è la persona a noi più vicina e cara, spesso una persona che abbiamo conosciuto in vita.
Noi siamo il frutto dei nostri Antenati
Quello che noi siamo oggi è il frutto non solo genetico dei nostri antenati, ma soprattutto delle loro esperienze e credenze.
Il DNA è come un hard disk, una memoria di tutti quelli che sono venuti prima di noi e che hanno permesso il nostro arrivo, è la memoria delle loro esperienze, delle sofferenze e delle gioie, di ciò che hanno imparato o di ciò in cui credono. Molto spesso non siamo consapevoli di ciò che ci portiamo dietro della storia famigliare e che in maniera inconscia influenza la nostra vita.
In ambito tribale a volte si sostiene che alcune malattie o difficoltà derivino dal disappunto di qualche antenato che, sentendosi dimenticato, si è infuriato.
Ecco allora che, sotto la guida dello sciamano, vengono compiuti rituali per riappacificare gli spiriti e ammonite le persone affinché non dimentichino le proprie origini.
Devo dire che è bello instaurare e mantenere un dialogo vivo coi propri cari. Questo non significa trattenerli o non lasciarli andare, ma semplicemente essere consapevoli che saranno sempre con noi, nel nostro cuore e nel DNA.
Gli Antenati Ancestrali
Oltre ai nostri antenati che conosciamo, nello sciamanesimo esiste una coppia di antenati ancestrali.
Ricordo con grande amore l’esperienza che feci durante un viaggio guidato per incontrarli. Sono il primo uomo e la prima donna, le due energie primigene da cui ha avuto origine la vita stessa dell’umanità. Nel mio caso le vidi come una splendida coppia di anziani nonnini intenti a compiere una guarigione su di me e passarmi le loro conoscenze e saggezza.
Ricordo vividamente la danza e canti che compirono nel cerchio. Una bellissima esperienza.