Halloween, Samhain e Ognissanti
Fra qualche giorno si festeggerà Halloween, Samhain e Ognissanti, a seconda della tradizione a cui fate riferimento.
Qualunque sia il vostro credo (o la vostra tradizione), quello a cui andiamo incontro è un periodo particolare in cui, da sempre, si svolge un particolare rito di passaggio. Questo rito rappresenta la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno.
In Medicina Tradizionale Cinese, potremmo parlare di quel periodo governato dall’elemento Metallo, ovvero quel momento in cui si recidono i legami con l’esterno, con l’esteriorità e il passato, preparandosi a sprofondare nel buio della terra, nelle profondità riflessive del nostro io.
A livello contadino, è il periodo in cui si termina la raccolta e la si accumula per l’inverno. Contemporaneamente si inizia ad arare la terra per prepararla a un nuovo ciclo.
Tutto ciò ha una corrispondenza sottile nella convinzione che, nei giorni tra il 31 Ottobre e il 1 Novembre, i veli tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottiglino, permettendo un contatto maggiore tra i due mondi. Questa, fondamentalmente, è l’idea di Halloween.
Samhain, invece, è una festa celtica considerata il “capodanno celtico”. Anche in questo caso la festa indica un passaggio tra la vita e la morte, tra ciò che lasciamo indietro come passato e un nuovo inizio. Ovviamente, come tutte le feste antiche, anche Samhain ha origine dall’osservazione dei cicli naturali.
Non ultima anche la visione cattolica ricorda e onora in questi giorni i nostri cari defunti e tutti i santi.
Un rituale di nuovo inizio
Ieri ho partecipato a un rituale che si può praticare dopo il solstizio d’estate fino al 31 Ottobre, che ha a che fare con un nuovo inizio e, di conseguenza, si avvicina molto all’idea di Samhain quale capodanno celtico. Si tratta della tessitura degli intenti.
E’ un rituale comunitario (si esegue in gruppo) che ha lo scopo di focalizzare un obiettivo per l’anno a venire, che desideriamo realizzare. Così come il contadino ara la terra, noi prepariamo il terreno per raccogliere poi i frutti del nostro lavoro, ovvero del nostro intento.
La storia legata a questa cerimonia è molto carina. Si narra che il capo di una comunità, in profonda crisi (probabilmente per carestia), decida di chiedere aiuto al capo della comunità confinante, ma in risposta riceva un rifiuto. Questo povero uomo non si arrende e, dopo qualche tempo, torna a chiedere aiuto, ma ancora riceve un no. Prova anche una terza volta, ma senza risultato.
Poi arriva il momento in cui tutte le comunità decidono di radunarsi per preparare una festa che li coinvolgerà tutti assieme. E’ a questo punto che avviene la magia.
Trovandosi assieme le persone iniziano a parlare, a chiacchierare, a raccontarsi ed ecco che emergono anche i relativi problemi, le difficoltà e ci si confronta.
Come avviene nelle feste, ognuno porta ciò che ha (magari in abbondanza) e lo condivide con gli altri. Ecco che tu hai ciò che mi manca e, in uno scambio reciproco, io posso avere (senza saperlo) qualcosa che serve a te. In questo modo si crea abbondanza. E’ nel gruppo, nella condivisione, che i problemi possono essere superati più facilmente.
E così ci si trova a creare assieme gli addobbi per la festa.
La tessitura degli intenti
La tessitura degli intenti, come dice il nome stesso, ha lo scopo di tessere un oggetto che sia un promemoria di ciò che vogliamo realizzare nell’anno che viene. Ci aiuta a focalizzare la mente su ciò che è realmente importante per noi e a costruire ciò che ci serve per raggiungerlo.
Si tratta di creare un piccolo oggetto chiamato Occhio di Dio, partendo da materiali naturali e di recupero messi a disposizione dal gruppo.
Si sceglie un filo colorato e si inizia a intrecciarlo su una croce composta da due rametti, poi si passa a un secondo filo, un terzo ed un quarto… e così via, finché non si sente che si ha terminato.
E’ bellissimo osservare questi piccoli mandala di lana, così diversi e colorati, rappresentare i differenti intenti dei partecipanti al gruppo.
L’Occhio di Dio andrà tenuto in un posto ben visibile durante l’anno, in modo che possa ricordarci l’intento espresso e stimolarci all’azione. Una volta arrivati poi alla conclusione del suo ciclo, dopo il Solstizio d’Estate, andrà lasciato alla natura, appendendolo a un albero sacro. Ancora una volta lasciando il vecchio, ci prepareremo al nuovo.
Questo è davvero un bel rituale da compiere in comunità all’inizio di questa fase di passaggio.
Festeggiare gli antenati
I giorni dal 31 Ottobre al 2 Novembre sono un momento ideale per festeggiare i nostri antenati.
Nella nostra cultura, come ho già espresso in un altro articolo, si è persa l’importanza del culto degli antenati che, oggi, vengono generalmente ricordati solo in questa data specifica.
Cosa possiamo fare?
Ovviamente dipende dalla nostra tradizione, potremmo andare al cimitero a portare i nostri omaggi, fiori e piante, un saluto, un ricordo… magari andremo a messa, o ne faremo dire una specifica per il nostro caro.
Ma se ciò che cerchi è un approccio più intimo, in una forma diversa… beh, allora ti lascio qualche consiglio.
Ci sono varie cose che puoi fare, più o meno complesse… dipende dal tuo “grado” di abilità e conoscenza.
A volte si vorrebbe fare, ma si ha paura di fare qualcosa di sbagliato… ti rassicuro, non serve complicarsi la vita e puoi fare qualcosa di davvero semplice, ma non per questo di meno valore.
Come prima cosa procurati una foto dei tuoi cari e allestisci un piccolo altare, poni una candela bianca e se ti piace dell’incenso. Fermati in meditazione osservando i tuoi cari, ricordandone i bei momenti, ringraziandoli per ciò che sei, perché sono le tue radici, sono nel tuo DNA coi loro geni e le loro esperienze. E’ grazie a loro se oggi tu esisti.
Potresti lasciare sull’altare delle piccole offerte di cibo, che alla fine potrai offrire alla natura o in parte mangiarle, pensando che se ne cibino gli antenati attraverso di te.
Puoi chiedere loro consiglio, aiuto o magari una guarigione. Puoi chiedere che ti sostengano, proteggano, che veglino su di te.
Puoi offrire loro una preghiera, un canto o, magari se sai farlo, incontrarli in un viaggio sciamanico.
In questo momento di passaggio puoi chiedere aiuto a lasciare andare tutte quelle dinamiche che non hanno più senso d’esistere, che ti ancorano al passato rendendoti il cammino pesante. Anche per questo puoi chiedere aiuto agli antenati.
Ma soprattutto ringrazia, è la cosa più importante. Non sbaglierai mai.