L’Ayahuasca e la sacralità delle piante
Oggi giorno si parla tantissimo di Ayahuasca come pianta sacra e psicotropa fondamentale nello sciamanesimo. In realtà la moda e il consumismo ne hanno un po’ corrotto l’essenza. Le piante sacre sono tante, proviamo a analizzarle un po’ assieme.
Se fai sciamanesimo sei un drogato!
Il primo concetto da sfatare è che nello sciamanesimo si faccia sempre uso di sostanze psicotrope, di droghe per ottenere stati alterati di coscienza. Questo non è vero. In alcune tradizioni l’uso di piante sacre ha lo scopo di superare le censure della mente. Questo è un aiuto, ma non una regola. Ci sono tradizioni che non utilizzano piante psicotrope. Lo sciamano usa il suono ripetitivo e ritmato di uno strumento musicale come il tamburo.
No si può dire che uno sciamano sia un drogato anche quando faccia uso di tali sostanze. Il modo, la consapevolezza e la sacralità con cui compie l’atto-rito ne fanno una cerimonia completamente diversa. Certo è che qui in occidente, dove si è persa una cultura sacra dell’uso delle piante, il modo in cui ci si avvicina e si usa tali anime vegetali spesso è consumistico e davvero poco sacro. Abbiamo strappato queste piante alla loro terra, ai loro popoli e tradizioni senza comprenderle veramente, rovinandone (spesso) il senso.
Le piante sacre
Esistono diverse piante sacre, in dipendenza dal territorio in cui nascono e le tradizione sciamaniche imparano a riconoscerle ed utilizzarle in un modo spirituale e sacro, appunto. La più famosa da noi è l’Ayahuasca che in realtà è un preparato di alcune piante i cui principi attivi interagiscono tra loro. L’Ayahuasca è legata alle tradizioni ammazzoniche, ma esistono anche altre piante. La più famosa per i nativi americani è il tabacco. Il tabacco è uno spirito potente, alleato dell’uomo medicina, interpellato in diversi modi: fumato, bruciato o offerto agli spiriti dei mondi sottili.
Anche la salvia bianca (dalla piccola azione psicotropa) è un’altra pianta importantissima spesso utilizzata per le purificazioni, per la sua grande azione antisettica. Anche in questo caso se n’è fatto un utilizzo smisurato e prettamente commerciale. Diverse tribù indigene, per questo motivo, si sono arrabbiate e lottano affinché venga terminata la sua diffusione nel mondo.
Abbiamo poi la coca. Se pensiamo alla coca immediatamente immaginiamo il nostro eroinomane e lo associamo alla droga. In realtà in perù la coca è una pianta essenziale ed estremamente importante. Non è solo uno spirito con cui i Paqo comunicano, ma è prima di tutto una pianta medicinale che li aiuta a sopportare l’altitudine, la pressione, diminuisce il senso di fame etc. Allo stesso modo il peyote nel deserto messicano.
Se andiamo dall’altra parte del mondo troviamo i funghi a volte utilizzati dagli sciamani siberiani.
L’importanza del contesto
E’ fondamentale capire che per un utilizzo sacro di tali piante è necessario immergersi nel loro habitat naturale. La cosa migliore è utilizzarle (se proprio lo si vuole) all’interno del loro territorio e guidati da un vero sciamano / curandero che ne conosce la sacralità. Il loro utilizzo è un rituale che inizia dal momento della raccolta, della preparazione e della somministrazione. Si chiede il permesso alla pianta di poter essere utilizzata (e questo avviene già dalla scelta di quale pianta), viene preparata ascoltando i giusti tempi per poi essere somministrata. Questo significa che non vanno demonizzate a priori, ma bisogna saper discriminare nel modo di utilizzarle.
Le nostre piante sacre
Gli sciamani che ho conosciuto dicono sempre che è importante connettersi al nostro territorio, riscoprire e far rivivere le nostre tradizioni perché sono quelle connesse al Genius loci, al nostro territorio e agli spiriti che qui dimorano.
Questo vale anche per il mondo vegetale, dobbiamo imparare a riscoprire che qui abbiamo tutto ciò che ci serve. Dobbiamo liberarci dall’immagine che esotico è bello e riscoprire la bellezza del nostro territorio. Le immense possibilità del nostro territorio e il potere intrinseco sono quelle che meglio possono entrare in risonanza con noi.
Ecco perché per es. i Q’eros ci hanno insegnato ad usare l’alloro al posto della Coca. Abbiamo tantissime altre piante sacre: la salvia che non ha nulla da invidiare a quella bianca, l’artemisia, la ruta, la bella donna e così via. Si tratta solo di imparare a comunicare col mondo vegetale, aprirsi agli insegnamenti che ci può offrire e recuperare gli antichi modi di utilizzare tali alleati.
Nel mondo sciamanico non dobbiamo dimenticare che tutto ciò che si fa è sacro, diventa essenziale non solo studiare le piante per comprendere le proprietà, ma sapersi interagire e relazionare come con un altro essere vivente e cosciente. Bisogna recuperare le modalità di raccolta, di preparazione ed utilizzo.
Certo tutto questo è molto più difficile che comprare qualcosa in un negozio o su internet. E’ molto più comoda avere la pappa pronta, ma i benefici e e il potere, nonché la soddisfazione è completamente diversa.
Un piccolo angolo magico
Il mio invito è a provare, crea un piccolo angolo magico in balcone o in giardino… Puoi partire anche da una sola pianta, quella che più ti attrae e ti piace. Instaura un rapporto con lei, impara a conoscerla, lasciati guidare dalla sua saggezza, che ti racconti come usarla.
Non dimenticare che non è un gioco, muoviti con rispetto e consapevolezza, alcune di queste piante potrebbero essere velenose e bisogna saperle riconoscere e gestire. Magari inizia con la salvia che puoi usare anche nella tua cucina!
Non seguire una moda, crea la tua strada!