Karma: questa maledizione
Oggi alla radio parlavano di vendetta e di Karma, le affermazioni espresse dagli ascoltatori mi hanno fatto riflettere su alcune cose.
Come spesso avviene, quando acquisiamo un concetto filosofico da una cultura diversa dalla nostra e lontana, lo utilizziamo in maniera impropria e senza una reale comprensione.
Karma
Tendiamo a immaginare la Legge del Karma come una sorta di legge cosmica del taglione, ma non è proprio così. La legge del Karma afferma che a ogni reazione corrisponde una reazione, ma limitarsi a questa idea ne riduce notevolmente le caratteristiche. Forse non ci è dato poterla comprendere in tutte le sue sfaccettature, perché essendo cosmica supera le nostre capacità intellettive, è molto più grande di noi e ci basiamo solo su quello che ci è stato detto, ricordo sempre filtrato da persone che non appartengono alla tradizione e lingua originaria.
Prendiamo comunque per buona la visione superficiale di azione – reazione, quasi come uno stimolo naturale, in fondo se osserviamo anche il nostro corpo, di fronte a uno stimolo di pericolo, viene inviato un messaggio al cervello che produce una reazione, ovvero una azione di risposta. Karma, pare, significa azione, senza una connotazione positiva o negativa.
La legge del 3
Alla legge del Karma corrisponde poi una legge a noi più familiare, ovvero la legge del 3. Questa legge ci insegna, a livello magico, che ogni azione che compi ti tornerà indietro 3 volte moltiplicata. Diventa quindi uno stimolo etico nel momento che se fai del bene, questo ti tornerà indietro… se fai del male, ti tornerà male.
E’ un po’ come la reciprocità dei maestri andini che affermano che nel mondo tutto è in relazione e avviene uno scambio continuo.
Ma non è di questo che voglio parlare.
Il Karma come maledizione
Parlavo di un uso distorto del Karma. Ho notato, infatti, ascoltando la radio, che le persone, un po’ tutti noi se ci osserviamo oggettivamente, tendiamo a usare la legge del Karma come una maledizione. Ci avete fatto caso?
In radio si chiedeva se siamo vendicativi e, alcuni, han risposto che piuttosto che essere vendicativi si affidavano alla legge del karma. Oh, devo dire, quante volte l’ho fatto anche io eh!
Ma mi sono accorto che c’è qualcosa di distorto sotto sotto.
Infatti quando subiamo un torto, pensando che non va bene rispondere con “violenza”, ovvero vendicandoci, diciamo: spero che ti torni indietro tutto quello che mi hai fatto per la legge del karma (o cose simili). Un po’ come dire: che peste ti fulmini! Per le rette leggi cosmiche del karma, mica per mio volere!
Ecco, mi sono accorto che questa antica, direi primitiva, forma di risposta umana a un torto, la maledizione non è assolutamente scomparsa. Ha subito modificazioni, si è aggiornata (come un software) ed ha vestito panni più consoni, meno volgari, di finto perbenismo.
Sapendo che se compiamo noi un’azione negativa (anche se non hai picchiato il tuo nemico, maledirlo rientra in questo ambito) questa ci tornerà indietro, chiediamo all’universo che azioni le leggi secondo cui il tale verrà punito per rimettere i suoi peccati nei nostri confronti.
E il tutto deve avvenire secondo le nostre tempistiche (ovvero nel più breve tempo possibile), altrimenti ci arrabbiamo! In realtà il Karma segue le sue “tempistiche” che a volte possono essere estremamente veloci, altre volte possono passare vite (il karma è strettamente legato all’idea di reincarnazione).
Cosa avviene?
Stiamo spostando la responsabilità da noi all’universo, ma sotto sotto stiamo ancora agendo quella stessa qualità di una volta. Ci avete mai fatto caso?
Ci siamo mai posti il problema se quell’esperienza non fosse frutto di qualcosa che abbiamo prodotto noi in altri tempi o modi? Ecco, allora, che si innesca un circolo vizioso dal quale non si esce. Finchè siamo proiettati sull’altro, invece che su di noi con un atteggiamento “critico”, siamo dentro a quel ciclo interminabile delle reincarnazioni, dal quale forse non usciremo tanto presto.
Io trovo tutto questo molto interessante e ringrazio perché, anche oggi, ho imparato qualcosa di più, ho visto un altro frammento d’ombra distorta.