L’albero si vede dai frutti
“L’albero si vede dai frutti” questo è stato uno degli insegnamenti più importanti che io abbia mai ricevuto.
Oggi riflettevo su questa affermazione che trovo, nella sua semplicità, importantissima sopratutto oggi giorno.
Cosa significa che l’albero si vede dai suoi frutti?
La metafora che si cela dietro a questa affermazione riguarda l’illusione nella quale siamo immersi ogni giorno. Non sto parlando di Maya, la grande illusione che è tutta questa manifestazione, ma di tutte quelle sue piccole figlie che ogni giorno creiamo ed alimentiamo. Ognuno di noi ha delle maschere che ogni giorno indossa per creare una propria identità illusoria. A seconda delle persone con cui ci relazioniamo, a seconda delle esigenze che abbiamo indossiamo una maschera allo scopo di essere più efficaci in quella data circostanza o di piacere, di essere amati a / da una data persona. La cosa divertente è che spesso ci immedesimiamo talmente tanto nella parte che ricopriamo da non riconoscere più cosa sia realmente parte di noi e cosa no.
L’albero si vede dai suoi frutti significa che per vedere la vera natura di un albero (o nel nostro caso di una persona) non possiamo basarci sulla bellezza della sua maestosità, dalla sua bellezza, ma solo dai suoi frutti, ovvero ciò che lascia nel mondo. E’ un po’ come il detto l’abito non fa il monaco.
L’apparenza inganna
Quante volte avremo sentito dire che l’apparenza inganna? Beh questa cosa, oltre a essere vera, è qualcosa di estremamente naturale. Pensate a quanti bellissimi fiori o piante siano in realtà velenosi… i loro colori, a volte profumi, ci invitano attraverso i sensi a entrare in relazione con loro, ma spesso questo ci è fatale.
Oggi la nostra vita è interamente basata su questa illusione. Anche nell’alimentazione, quando andiamo al supermercato, siamo tentati a comprare la frutta più grande, più lucida, più bella. Ma facciamo lo stesso con la carne o con altri tipi di prodotti, mentre schifiamo quello più piccolo, deforme o meno appariscente. Peccato che di solito, il prodotto più buono sia proprio quello comunemente scartato.
Penso a quante volte possiamo aver scartato una persona perché non ci piaceva… quante volte possiamo aver giudicato male qualcuno solo perché in apparenza non ci piaceva. Credo sia qualcosa di importante su cui riflettere.
L’illusione del Guru
L’ambito spirituale è quello forse più bersagliato da questa dinamica illusoria, forse perché non siamo in grado di accostarci a questo aspetto della vita con la giusta maturità e, quindi, vi applichiamo continuamente le leggi consumistiche e commerciali.
Perché ricerchiamo sempre nuovi metodi di crescita spirituale? Perché ricerchiamo il guru che in 4 sedute ci illumina?
Beh è molto semplice… perché è una FIGATA!! Vuoi mettere la bellezza di raggiungere un obiettivo senza fare fatica? Senza impegnarmi? Vuoi mettere praticare un qualcosa di semplice ma soprattutto fantastico? Ecco noi siamo attratti da queste mele velenose, belle, succose e soprattutto lucide come la cera.
Poi dopo un po’ o continuiamo ad illuderci cercando una nuova via facile dallo stesso maestro (o da un altro) o, come la volpe e l’uva, ce ne allontaniamo pensando non faccia per noi.
Ecco questi sono i frutti dell’albero, spesso marci.
L’albero e il frutto dell’umiltà
L’umiltà è spesso un valore sottovalutato o incompreso. L’umiltà è una qualità davvero difficile da sviluppare e riconoscere. Spesso pensiamo che essere umili significhi stare sotto, zitti… essere li buoni e carini sempre. Accettare tutto quello che ci viene imposto dal mondo esterno. No, quella è dipendenza. Essere umili significa sapere chi si è, riconoscere il proprio valore ma non ostentarlo. Lo zerbino non è umile. Gesù era umile, si è messo al servizio dei più deboli, ha lavato i piedi ai suoi discepoli, pur conoscendo il suo valore. Umile è chi non si vanta, non perché creda di non valere, ma perché pensa che ciò sia inutile… a cosa serve?
L’umiltà vera è il primo dei frutti dell’albero che dobbiamo imparare a riconoscere, ma allo stesso tempo che dobbiamo imparare a sviluppare. Rendiamo l’umiltà il primo frutto della nostra presenza in questo mondo. Se impareremo a riconoscerla, allora potremo discriminare l’albero vivo e maturo da quello apparentemente grande ma dalle radici malate.
E quando ci accorgiamo di aver sbagliato, l’umiltà si sviluppa anche nell’accettazione dei nostri errori rendendoli le fondamenta, le radici del nostro albero che può così crescere sempre più grandioso.