Divinazione Mo con il Mala

divinazione MO con malaPer continuare il nostro viaggio nel mondo della divinazione, oggi voglio parlarvi di un metodo orientale che utilizza il Mala come strumento. Questo metodo viene chiamato Mo.

L’origine di questo metodo pare essere tibetana, ma in realtà è molto più diffusa, addirittura pare che una metodica simile venisse praticata anche coi rosari di preghiera sia islamici che cristiani.

Al di là dell’origine, che poco mi interessa, ho deciso di condividere con voi questa metodica che io stesso ho incontrato navigando in rete. Vi sono differenti versioni della pratica, più o meno complesse… dipendenti dalla famiglia di provenienza. Il metodo che vi proporrò è il più semplice, in cui la risposta è relativamente semplice, nella forma si, no, forse. Anche se la risposta è apparentemente secca, la divinazione può acquisire maggiore importanza grazie alla sensibilità dell’officiante che può ricevere informazioni anche in maniera diretta dagli spiriti.

Ho trovato una versione anche più complessa che potete leggere in questo articolo inglese.

Che cos’è un mala?

japa malaIl mala è l’equivalente del nostro rosario. In sanscrito viene chiamato Japa Mala, ovvero “la ghirlanda usata per sussurrare preghiere”. Troviamo il suo utilizzo in oriente non solo nella tradizione buddista, ma anche indù, con una storia di circa 6000 anni. E’ una collana di 108 perline o grani che viene sgranata durante la recitazione dei mantra.

I mala possono essere più o meno lunghi, formando bracciali o collane, mantenendo un numero di perline multiplo di 9. Il 9 è un numero sacro in quanto ripetizione del numero 3, numero perfetto. Nella meditazione il mala viene tenuto tra le mani e sgranato con la mano destra, facendo scorrere le perline tra pollice e medio, per contare le ripetizioni del mantra. I mantra vengono normalmente recitati almeno 108 volte, che è sempre un multiplo di 9.

Perché divinare con un mala?

rudraskaIl mala viene abitualmente portato al collo o al polso, diventando un oggetto di uso comune e sempre a portata di mano. A seconda del materiale di costruzione delle perline può avere anche effetti benefici sulla persona e non solo rituali. Per esempio, se costituito da semi di Rudraska i suoi effetti vengono ricondotti al controllo e riequilibrio della pressione sanguigna, oltre che protezione da agenti nocivi anche spirituali.

La sua diffusione e presenza quotidiana nella vita delle persone ne fa uno strumento di divinazione sempre a portata di mano che può essere consultato per ottenere consiglio in ogni momento.

Metodo di divinazione

Il metodo che vi propongo è quello descritto da Dorjee Tseten nel Bollettino tibetano: marzo – aprile 1995.

Questo metodo di divinazione segue le pratiche quotidiane di invocazione e recita del mantra specifico della divinità verso cui si ha un legame. Successivamente prega la divinità per avere una risposta alla propria domanda. Non vi è una divinità specifica, ma è quella con cui si è in comunione. A livello sciamanico possono essere interpellate anche le proprie guide, spiriti o animali di potere. Poi si tiene il mala in orizzontale di fronte a noi, con le dita di ogni mano che afferrano una perlina scelta a caso, con una distanza presa a caso.
Ora avvicino le mani facendo scorrere i grani 3 alla volta. Per fare ciò, ho due possibilità:

  • posso sgranare il mala con entrambe le mani, avvicinandomi al centro,
  • posso tenere la sinistra ferma e sgranare il mala solo con la destra

Questa operazione viene ripetuta 3 volte.

L’esito della divinazione

L’esito della divinazione dipende dal numero di perle rimaste. Quando rimangono:

  • una sola perlina, il risultato è chiamato “falco“.
  • due perline, si chiama “corvo“.
  • tre perline, il risultato si chiama “Leone delle nevi“.

Primo tentativo

divinazione MO con malaIl primo tentativo indica il sostegno o meno da parte della divinità, ovvero se siamo benedetti o no. Ciò determina anche la qualità della divinazione in generale.
Un falco, al primo tentativo, è molto positivo e di buon auspicio, può indicare il supporto dei protettori, la fortuna in una nuova impresa, o il successo in una causa.
Un corvo, al primo tentativo, non è di buon auspicio, significa che i protettori non sono dalla nostra parte. L’obiettivo non sarà raggiunto, la causa non avrà successo e ci sono nemici o ostacoli presenti. Un simile responso invita a non  iniziare qualsiasi nuova impresa.
Un leone delle nevi, al primo turno, indica il supporto delle divinità, ma ostacoli che rallentano il raggiungimento dell’obiettivo. In questo caso le realizzazioni saranno lente ma stabili. Un po’ come il detto “chi va piano va sano e va lontano”. I nemici o gli ostacoli in questo caso sono presenti, ma deboli, non possono impedire il raggiungimento ma solo rallentarlo. Se la domanda riguardasse affari di successo, questo sarebbe considerato come un risultato neutro.

Secondo tentativo

In questo tentativo abbiamo informazioni che riguardano le condizioni ambientali che, in questo momento, riguardano la domanda.
Il falco indica buona fortuna in generale. Non è particolarmente favorevole solo per coloro che desiderano avere figli (qualora questa fosse la domanda). Il rischio di furti e malattie in generale rimarrebbe piccolo.
Il corvo indica una malattia grave, ostacoli alla salute e un declino della forza vitale. Aumentano i rischi di furto o una tendenza alla perdita di oggetti. Tuttavia, nel caso di una persona ordinata, questi aspetti negativi sarebbero ridotti.
Il leone delle nevi indica pericoli per la salute che potrebbero comunque essere risolti.

Terzo tentativo

japa malaNella tradizione tibetana, questo tentativo fornisce indizi sulla possibilità di visite inaspettate, da parte di  una persona che arriva da lontano. Non esistendo un sistema di comunicazione, in Tibet, questa divinazione acquisiva grande importanza, perché le persone viaggiavano costantemente e non era possibile conoscerne i movimenti.
Un falco indica quindi notizie imminenti, buone nuove, o, nei confronti di un visitatore atteso arrivi. Per quanto riguarda la malattia, rappresenta la possibilità di curarla nel modo migliore.
Un corvo rappresenta cattive notizie, una cattiva indicazione per i viaggiatori attesi. Probabilmente incontreranno ostacoli sulla strada non arriveranno affatto o saranno derubati. I malati non saranno curati e le proprietà saranno perse o rubate.
Il leone delle nevi indica che i viaggiatori arriveranno in ritardo, ma senza danni. I problemi di salute saranno pochi, anche se ci saranno difficoltà nel trovare il giusto trattamento.

Mie conclusioni

Trovo interessante la scelta dei tre animali per rappresentare le risposte.
Il falco è un’animale che, come l’acquila, vola in alto ed è quindi in contatto col divino. Ha grande capacità di visione (vede da lontano) e di distacco.

Il corvo, invece, è un’animale che anche nella nostra tradizione viene considerato portatore di brutte notizie. E’ un animale legato alla morte e quindi alla magia e medianità. In realtà la sua funzione non è prettamente negativa, ha anche una valenza superiore e positiva, ma trovavo interessante questa analogia. Per es. si dice che quando un corvo canta davanti alla finestra è morto qualcuno che conosciamo. E’ un messaggero.

malaIl leone delle nevi è un’animale forte, ma che vive in un ambiente angusto, freddo, difficile. La sua forza, il suo aspetto solare, si manifestano… ma sono ostacolati dalla neve. Abbiamo quindi una forza, potenza e vitalità contrastate dall’immobilità della fredda neve, che tuttavia non è un ostacolo duraturo o insuperabile.

Avendo anche io, come gli orientali, sempre addosso un mala ho piacere di sperimentare questa forma di divinazione. Magari, se vorrete, vi farò sapere come va o mi darete modo di sperimentarla.

Un altro esempio

Prima di salutarvi vi lascio questo video in cui Chogyal Namkhai Norbu spiega la sua variante della divinazione Mo. E’ in inglese, ma trovo sia comunque interessante. In questo metodo, da quello che ho capito cambia il significato delle perline. 2 perline infatti risulta essere un responso positivo.

Anche questa apparente incongruenza tra metodi e insegnamenti diversi è interessante. Ciò ci fa capire che il simbolo non ha valore in sè, ma ha valore secondo una codifica, o chiave di lettura, che noi stessi abbiamo adottato. Ciò avviene anche in altri ambiti: il linguaggio è sogettivo e in dipendenza delle chiavi di lettura che abbiamo scelto di utilizzare. Gli spiriti sanno cosa per noi è sì e cosa no, basta che siano molto chiari dentro di noi.

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