Può un attestato dimostrare il valore di uno sciamano?
Oggi sul famosissimo Facebook sono intervenuto su un post di una amica, che metteva in guardia sull’affidarsi a persone più o meno esperte. Colgo quindi l’occasione per parlare un po’ di come vedo io la questione.
Se è vero da una parte che ci sono molti improvvisati, molte persone che, sull’onda di una moda, si propongono come i salvatori del mondo, gli sciamani super, o veri maestri ascesi, e che quindi è importante riuscire a districarsi in un grande campo minato che è la vita, è anche vero che dobbiamo ricordare che un percorso sciamanico non è un percorso che ci appartiene, che appartiene alla nostra forma mentis.
Il percorso dello sciamano
Come ho già scritto in altri articoli (qui e qui), la figura dello sciamano appartiene a culture, oggi, molto lontane dalla nostra, alle quali dobbiamo rivolgerci con attenzione e rispetto, cercando di capirle e non di stravolgerle. In queste culture non esistono scuole di sciamanesimo, così come le intendiamo noi.
Sono culture che a molti potrebbero sembrare primitive, dove l’apprendimento non viene svolto sui libri, ma direttamente in campo, nell’esperienza di vita. Gli insegnamenti non vengono appresi leggendo fonti scritte, ma attraverso un contatto diverso con gli anziani, i saggi, i maestri, in una forma verbale. Ma, oltre a questo, gli insegnamenti più importanti avvengono su altri piani, direttamente a favore degli spiriti.
L’addestramento sciamanico, che dura comunque dai 7-10 anni, è qualcosa di personalizzato. Ogni sciamano apprenderà ciò di cui ha bisogno per comunicare e interagire coi propri spiriti e non con tutti.
Attestato sì, attestato no
Capite chiaramente che, per quanto detto, questi sciamani non hanno certamente un attestato appeso nel loro studio che dimostra il loro valore. In alcune tradizioni, poi, lo sciamano non è nemmeno lui a definirsi tale, ma è la sua tribù, la società che riconosce in lui questo compito e, spesso, lo fa con un gesto: regalare delle piume. Ecco allora che, forse, il loro attestato potrebbero essere queste piume.
Ora qui siamo in Italia, in una società dove la “carta canta”… tutto è attestato da un pezzo di carta e, spesso, si fa anche differenza tra i pezzi di carta. Pensiamo al Curriculum Vitae, ma credo che uno sciamano non sappia neanche cosa sia.
E’, quindi sicuramente vero che un attestato (o più d’uno) possa essere utile per dimostrare il nostro impegno e differenziarci dalla massa… ma credo che se da un lato ci tranquillizza, dall’altro sia una bella e grande illusione.
Il mio punto di vista
Io sono un naturopata, come tale ho 15 anni di formazione e un raccoglitore pieno di attestati. Premesso che in Italia comunque non hanno valore perché quella del naturopata è una figura professionale non riconosciuta, attestano comunque un impegno personale e un’intenzione di aggiornamento.
Sullo sciamanesimo, invece, ho scelto di non seguire alcuna scuola, di non ricevere alcun attestato, perché qua si parla del mondo degli spiriti e del rapporto che ho con loro; nessun pezzo di carta può verificarlo. Ovviamente studio e, essendo occidentale, lo faccio anche sui libri e attraverso seminari relativi alle tradizioni con cui ho affinità.
Io personalmente studio e pratico assiduamente da 10 anni (senza considerare il pregresso) ma, anche se non ho alcuna intenzione di insegnare, credo che il mio valore non sia valutabile con un pezzo di carta su questo argomento. Non vedrete mai nel mio Curriculum un attestato di sciamanesimo.
Ovviamente, poi, non essendo una persona scissa, la mia preparazione deriva sia dalle conoscenze apprese in maniera documentabile, che da quelle non documentate.
Come posso fare allora?
Mi è stato insegnato che “l’albero si vede dai frutti”. Certo, potremmo avere un pezzo di carta che attesta che il nostro albero è un melo (per es.), ma solo piantandolo, annaffiandolo, concimandolo, in sostanza curandolo, potremo vedere realmente i suoi frutti, assaggiarli e capire se sono buoni. Potrebbe essere un melo malato, incapace di dare frutti, pur essendo un melo certificato.
Si deve andare oltre una forma mentale nostra, che nulla a che fare con una tradizione sciamanica. I Q’eros, che sono molto pragmatici, dicono: “sei uno sciamano? ok, dimostralo!”.
Credo che si debba imparare ad ascoltare ed ascoltarsi (che è il fondamento di tutto il mio lavoro come naturopata), imparare ad osservare e di conseguenza a discriminare.
Fiducia
E’ fondamentale imparare a buttarsi, rischiare, investire per vedere quali saranno i frutti del lavoro, per vedere il valore dello sciamano o del facilitatore che abbiamo scelto. Non sappiamo più affidarci..
Andiamo nella vita con coraggio, assumendoci la responsabilità delle nostre scelte. A volte potremo sbagliare, ma sarà comunque un’esperienza e un insegnamento che forse ci è necessario. Magari finiremo nelle mani della persona sbagliata che, nella sua inesperienza, ci potrà anche fare del male, o non fare niente… ma anche questo ci servirà a discernere in base anche a quello che è il nostro percorso.
L’importante è non chiudersi, ma semplicemente riconoscere la strada giusta. Sappiamo bene che vi è differenza tra dire a un bambino: “non toccare, ti bruci” e medicarlo dopo che ne ha fatto esperienza. Ecco il compito di una buona guida è anche questo: esserci senza giudizio, in presenza, pronti a medicare un’esperienza, anche dolorosa, ma che è stata di insegnamento, perché è venuta da dentro. Sono convinto che, dopo, quella persona avrà imparato e starà un po’ più attenta?
Ci sono passato io, ci siamo passati tutti, ogni errore non è un fallimento, ma un arricchimento che potrà solo renderci migliori.